Il 2020 si è concluso lasciando in eredità a questo nuovo anno – appena iniziato – il processo di transizione verso la cosiddetta nuova normalità.
Dopo mesi di sconvolgimenti economici e sociali ci siamo resi conto che non è più possibile tornare “indietro” , bensì occorre ripensare al futuro guardando con occhi nuovi.

Siamo un popolo senza confini, interconnessi e vulnerabili: il diffondersi dell’emergenza al Covid-19 ce lo ha dimostrato.
E’ ormai chiaro: il disagio che si è venuto a creare, per una situazione mai sperimentata prima – e per la quale non eravamo certo preparati – si è andato propagandosi in ogni luogo e direzione, impattando negativamente su diversi ambiti: da quello sanitario a quello scolastico; da quello economico a quello lavorativo; da quello culturale a quello turistico, ecc..
SIAMO TUTTI FORTEMENTE CONNESSI
Per effetto della pandemia molte persone, aziende ed organizzazioni si sono dovute fermare o hanno dovuto rallentare i propri impegni e attività. E questo ha certamente creato molte difficoltà e contribuito a generare incertezza e smarrimento. In particolare questo nuovo assetto ha fatto emergere quanto il mondo stesse correndo a grande velocità in un crescendo senza sosta, costringendo la maggior parte di noi a ritmi frenetici e incessanti. Ecco allora che, quantomeno, dovremmo provare a cogliere questo momento come l’occasione per ripensare a nuovi modelli organizzativi e dare spazio alle riflessioni; al fine di ricercare uno stile di vita e di lavoro più sostenibili, sia per l’ambiente sia per noi stessi.
OCCORRE ADATTARSI AL NEW NORMAL
Lo scenario è fortemente cambiato portando allo scoperto le fragilità e le complessità del sistema. Indubbiamente ciò ha generato nuovi problemi e nuovi bisogni, contribuendo a sollevare dubbi e interrogativi sui quali siamo, ora, chiamati a rispondere.
Sin da subito è emersa l’impossibilità di poter affrontare questo fenomeno servendoci dei “consueti strumenti e modelli” ai quali eravamo soliti affidarci. Continuare a fare le cose come venivano fatte “prima della pandemia” non è purtroppo un’opzione più praticabile. Bisogna cercare un nuovo approccio. E’ necessario concentrarsi sul cambiamento e ricercare quelle modalità che si dimostrino essere maggiormente adattive al contesto. Non è facile cambiare abitudini, modificare processi e organizzazioni, ma è forse l’unico modo per risollevarci.
Un po’ a tutti i livelli questi avvenimenti ci stanno spingendo a guardare con occhi diversi. Favoriti anche da una maggiore disponibilità di tempo, le persone stanno dedicando maggiore attenzione a fattori ed attività che prima erano passate in secondo piano. Ad esempio c’è chi ha ripreso a coltivare le proprie passioni o ne ha approfittato per riprendere progetti accantonati, o ancora per allenarsi e formarsi nei propri ambiti praticati.
Anche in ambito lavorativo diversi sono gli adattamenti che si stanno apportando o sperimentando al fine di gestire meglio (o “come meccanismo di sopravvivenza”) le mutate condizioni. Si pensi per esempio a quanti lavoratori e lavoratrici siano dovuti passare in modalità smart working, oppure a quante riunioni si svolgono ora in modalità di videoconferenza, o ancora al diffondersi – forzoso- della didattica a distanza nelle scuole e in ambito formativo.
DALLA CRISI ALLE OPPORTUNITA’
A vederla con estrema attenzione emerge anche che, se da un lato la pandemia ha fortemente “piegato e indebolito” il sistema mondiale, dall’altro ci sta suggerendo di tirare fuori maggiore creatività e flessibilità. Queste sono risorse sempre più necessarie al fine di ricreare un nuovo ordine. E’ opportuno quindi un grande ripensamento, da parte di ogni tipo di organizzazione e comunità, non solo nel rivedere i propri assetti, servizi e prodotti ma soprattutto per trovare nuove strategie di sopravvivenza e adattamento in uno scenario soggetto a continue mutazioni.
E’ qui che si gioca la vera sfida. Imparare a pensare fuori gli schemi (ovvero andare oltre rispetto a quanto già conosciamo) e sperimentare andando verso nuove direzioni ( ciò che invece non conosciamo). Motivo per cui, soprattutto in tempo di crisi (o comunque nelle difficoltà), la creatività può essere la strada, a patto di saperla coltivare e incanalare.
“La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura.
È nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.
Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere superato” (Cit. A. Einstein)
La creatività dovrebbe essere pertanto promossa e sostenuta, in misura ancora maggiore, come elemento “fertilizzante” per la ricrescita. E (a mio avviso) occorrerebbe coltivarla davvero in OGNI AMBITO: da quello scolastico a quello lavorativo, da quello artistico a quello economico, etc….
ABBRACCIARE UN APPROCCIO CREATIVO
Spazio dunque alle idee e alla creatività, utili ad allargare gli orizzonti ed a stimolare “il saper fare”. Che è quanto ci serve per trovare soluzioni che siano quanto più trasversali e flessibili (perché l’essere fortemente interconnessi ha creato problemi sempre più generalizzati e diffusi).
La sfida che ci si pone dinnanzi è una “sfida aperta” che dobbiamo essere pronti ad intraprendere.
Come? Divenendo noi, per primi, i protagonisti del cambiamento, imparando a navigare nelle difficoltà e a domare l’incertezza con:
- coraggio,
- resilienza,
- apertura mentale.
E’ COMPLICATO, MA LA CREATIVITA’ CI PUO’ AIUTARE!
Ora sappiamo che esistono altre strade, oltre a quella che abbiamo sempre percorso. Le mutate condizioni ci insegnano che è bene sperimentare, seguire nuove traiettorie per riuscire ad intravvedere altre opportunità, andando oltre le problematiche. E questo accade – in particolar modo – quando mettiamo in campo curiosità e creatività che ci consentono di sviluppare senso critico e consapevolezza nell’agire.
In particolare l’abilità creativa sembra essere una delle strategie più sensate, e più strategiche, per prepararci a vivere e a lavorare in questo scenario complesso, mutevole e interconnesso. In altre parole essere più creativi ci sarà di grande aiuto per formulare interrogativi, elaborare strategie e risolvere problemi … ed esserne consapevoli è forse il primo passo.
Nulla è già scritto, ma ormai abbiamo capito che per riuscire a convivere con il cambiamento è bene dare slancio alla creatività: alleata preziosa per muoversi in scenari incerti, e per saper governare la complessità.
Cosa puoi fare subito? Ecco 3 consigli per te:
- Continua a seguire gli argomenti che propongo nei miei articoli di Blog, ed invia (sotto) la tua mail di contatto. Entrerai così a far parte della community di Metropoli Lab il cui motto è: #FaiDiTeilTuoCapolavoro.
- Preparati a sviluppare il tuo spirito creativo. In fondo la creatività è come un muscolo che possediamo tutti, che attraverso un allenamento appropriato si può ampiamente potenziare! Come? Continua a seguire gli articoli di Blog e troverai maggiori approfondimenti al riguardo.
- Contribuisci a diffondere la creatività attraverso la tua attività o attraverso l’organizzazione in cui operi, perché di fatto “la creatività è l’anticamera dell’innovazione”.